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Venerdì 24 aprile, alle ore 21 presso il Teatro Pime di Milano, con lo spettacolo di teatro musicale "Ad Auschwitz c'era un'orchestra femminile", si apre la rassegna Musica e Società, all'interno del cartellone di Expo in Città. Un grande evento, tratto da una storia vera, in prima assoluta, le cui protagoniste sono l'Orchestra Femminile del Mediterraneo, diretta da Antonella De Angelis e le attrici Tiziana Di Tonno e Edmea Marzoli. Nello spettacolo si racconta la storia della pianista cantante Fania Fenèlon deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, luogo in cui le SS tedesche vollero costituire un'orchestra femminile composta da prigioniere.
Verranno eseguiti brani amati dai gerarchi nazisti: Puccini, Mascagni, Beethoven, Brahms, Strauss, Caccini e Sibelius, che si intersecheranno con la narrazione e la drammatizzazione delle protagoniste, mettendo in luce gli stati psicologici delle deportate musiciste costrette a suonare fino a 18 ore al giorno davanti ad un pubblico di prigionieri e carnefici. Durante l'evento verrà effettuata una raccolta fondi a favore di Rishilpi International Onlus.
L'Orchestra Femminile del Mediterraneo ha iniziato una collaborazione con l'associazione Rishilpi International Onlus a favore del progetto "Amar Sonar Poribar", ossia la "mia famiglia adorata" che riguarda la prevenzione dei matrimoni precoci delle bambine in Bangladesh, Paese in cui sono spesso considerate un peso in famiglia perché, non potendo né studiare né lavorare, non contribuiscono al sostentamento familiare. Per questo motivo esse vengono date in sposa in età adolescenziale. I matrimoni prematuri causano forti traumi alle spose - bambine mentre le gravidanze precoci aumentano il rischio di mortalità materna e infantile. Inoltre, possono causare gravi disabilità ai nascituri. L'impegno di Rishilpi International Onlus è quello di lottare per aiutare le donne facendole studiare. In modo particolare aiutano le bambine ad aprire gli occhi sulla realtà dell'ingiustizia che la cultura del pregiudizio continua a difendere, complice l'ignoranza, substrato ideale per ogni forma di schiavitù.
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